Capitale umano e capacità di costruire legami con le comunità: quando i bandi degli enti pubblici non ne riconoscono il valore

È stato assestato un duro colpo alla cooperazione sociale cremonese coinvolta nella gestione del servizio di educativa scolastica, nello specifico di assistenza a minori e giovani con disabilità che, dopo dieci anni viene rilevato da una cooperativa estranea al territorio. L’aggiudicazione del bando di gara indetto dal Comune di Cremona è avvenuta con uno scarto minimo, riconducibile esclusivamente ad una proposta economica più bassa rispetto alle cooperative locali, che da anni gestiscono un servizio in cui il rapporto interpersonale è determinante.

Nella complessiva valutazione tecnico/economica il riconoscimento delle competenze delle cooperative del territorio, in particolare quelle relative alla capacità di fare sistema e di costruire legami con le comunità e le loro organizzazioni, sono passate in secondo piano.

La compagine delle cooperative cremonesi, aggregate da dieci anni in una stabile alleanza finalizzata alla progettazione e realizzazione di un sistema di azioni e di interventi per minori ben radicati sul territorio, è pervasa da una forte preoccupazione.

Gli investimenti di questi anni rivolti allo sviluppo di una filiera di servizi, che vanno dalla scuola all’inserimento lavorativo, di cui il Saap è uno snodo centrale, rischiano di venire depotenziati. Questo va a discapito dei percorsi di vita delle persone disabili in una fase, quella scolastica, molto delicata, con l’aggravante di un cambiamento drastico in corso d’anno educativo.

I percorsi di vita penalizzati da azioni come questa non sono solo quelli degli utenti, ma anche quelli dei lavoratori della cooperazione sociale che rischiano di non veder riconosciuto il loro valore in termini di capitale umano.

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