Lavoro sociale e lavoro educativo: change makers in poor jobs

Abbiamo chiesto il permesso di sbirciare e pubblicare gli appunti su cui Paolo Cattaneo, presidente della federazione lombarda del Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti, si è appoggiato per intervenire all’incontro “Lavoro sociale e lavoro educativo: change makers in poor jobs” organizzato da Alleanza Verdi e Sinistra, che potete visionare qua.

Il cambio del nome da Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza a Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti sancisce un cambio di sguardo dal passato al futuro, da quello che abbiamo fatto a quello che desideriamo essere.

La nostra identità è in continua evoluzione come tutte: quelle degli adolescenti, delle persone migranti, dei bimbi che crescono e delle persone adulte che divengono anziane.

Porto tre titoli per parlare di lavoro sociale come lavoro povero ma anche come lavoro educativo.

  1. La dignità del lavoro sociale
  • Lavoro sociale come gesto politico ad alta professionalità che combina le competenze all’umanità e ad una dimensione etico-identitaria
  • Lavoro sociale che è lavoro povero. Lo scarto tra competenze, tempi, carichi e il mancato riconoscimento sociale ed economico. Come portare le pubbliche amministrazioni ad andare oltre la richiesta prestazionale?
  • La nostra funzione pubblica, che si esercita senza assumere la delega della cura e della fragilità, ma essere in grado di renderla questione politica e collettiva (creare luoghi di prossimità; curare le relazioni, il territorio e l’ambiente). Da corpo sociale a corpi nel sociale.
  1. Le sfide
  • Culturale e politica. Non siamo noi il sociale, il sociale è la vita della gente, è lo spazio collettivo. Rompere i recinti professionali e tematici. Cura delle relazioni, dei beni, dei luoghi e dell’ambiente. Sguardi dal Sud è il titolo di una delle nostre traiettorie nazionali: il sud del mondo ma anche le periferie, le aree interne, il rapporto tra generi
  • Sfida del lavoro sociale. La dignità, la democrazia organizzativa, il protagonismo delle persone, la rigenerazione urbana, il riuso, l’ambiente. Questo è quanto sta dentro le nostre organizzazioni.
  • La tutela dei diritti. Il contrasto alle ingiustizie, al razzismo. Fare movimento insieme ad altri soggetti diversi.
  • Questione giovanile. Emigrazione dal sud, ricambio generazionale, tema della formazione e dell’ascolto dei mondi giovanili.
  1. Adolescenti e giovani

Agiti violenti, manifestazioni di odio, crisi di panico, ansia, ritiro sociale sono tutte manifestazioni del disagio adulto più ancora che del mondo giovanile.

Una condizione generata dalla richiesta sociale e culturale di ipercompetitività (no limits) e iperindividualismo (Netflix). Un mondo che fa riferimento a risorse illimitate/insostenibili.

Le dita di una mano che percepiscono il calore di una fiamma: questo sono i giovani che ci stanno allertando perché sono proiettati nel futuro e quindi percepiscono le lacerazioni e chiedono no competition, il diritto a stare male, il tempo liberato, la vicinanza fisica, il dissenso nelle piazze e il dissenso nel silenzio, nell’assenza.

“Siamo state partorite dai nostri figli”, dicevano le madri di Plaza de Mayo.

“Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce” è invece attribuito a Lao Tsu.

Per chiudere propongo tre indicazioni e impegni per Alleanza Verdi e Sinistra:

  • L’adeguamento delle tariffe all’aumento contrattuale che le nostre realtà applicano da febbraio 2024 e che vedrà l’ultima tranche di aumento ad ottobre 2025 per un totale di circa 13% di aumento del costo del lavoro che cade tutto su di noi.
  • Proseguire e migliorare nella costruzione di percorsi condivisi e coprogettati con una attenzione particolare a valorizzare il nostro sguardo che sta dentro i territori e lontano dai palazzi.
  • Proprio per questo valorizzare il radicamento territoriale delle nostre realtà, tenendo alla larga imprese che contribuiscono a costruire politiche segregazioniste e dannatamente pericolose come sta facendo e conta di fare MediHospes a cui il Comune di Milano ha inopinatamente assegnato da ormai 4 anni la gestione di Casa Jannacci.

Se poi nel frattempo si aprisse qualche piscina avremmo un po’ refrigerio per questa e le prossime estati bollenti che ci attendono.

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